NOVANTADUESIMO
SOLILOQUIO
<Porsi
dal punto di vista del successo del virus, il risalto della
Stengers, è sintomaticamente indicativo per una svolta esplorativa
del movente di una ripetizione, in forza della quale, nella
temporalità estensiva dell'acquisire in noi esperienza del nuovo,
tutto ritorna allo stesso posto.
Rilevante,
a tal proposito, è il mettere in evidenza un rilievo...esito
sperimentale, quindi, non filosofico..di Oléron (in Trattato
di psicologia sperimentale,
già da me citato): nei <modelli
che introducono elementi nuovi e diversi nel ciclo
stimolo-risposta...(la)
diversità non è anarchica; vi si trovano al contrario delle
regolarità>:
osservanza di una procedura sperimentata, al di là di ogni nuova
teoria semantico-linguistica.
Il
modello <insegna
– scriveva Nietsche in
Umano troppo umano -,
attraverso se stess(o)
l'ingranaggio di folle
umane (oggi, in
<assemblaggio
riflettente mobile
che si sgrana in una sequenza indefinita di situazioni
(Duque, già
citato), in
azioni in cui ognuno ha una sola cosa da fare>
/ modello,
qualunque sia la spinta genealogica che dà “forma”
all'organizzazione ordinativa del tutto: sia essa la confezione
dell'architettonica di un sistema gerarchico, <in
cui uno dei due termini comanda l'altro>
(J- Derrida, Posizioni),
sistema, che trova la sua compiutezza nella sua stessa costruzione;
si essa il ritaglio dell'invenzione dell'uomo: la, macchina, ieri,
per pervenire ad un oggi, segnato dall'<espansione
planetaria della tecnologia
mobile>
(Duque, già citato);
coinvolge <la
sovranità individuale (poiché)
fa di ogni individuo uno
strumento per un solo fine>
(Umano....);
pregiudica la critica, ossia: il negativo;
il sovvertitore del mantenimento di un comportamento in usura
temporale; ciò, poiché <la
perfetta negatività,
non appena fissata in volto, si converte nella cifra del suo opposto>
(Adorno); delinea la variante della regolarità di un equilibrio di
un insieme configurativo di quella che Lacan definisce esperienza
di Verità, in quanto
esperienza di parola e
che Nancy (già
citato) ne rileva la
metodica, che io, in arbitrio, definirei di un equilibrio che assume
in sé il “rapsodico” sotto l'unità
del nome; regolarità,
che si fa “norma
normalizzante,
imbrigliata nella radice
di quello stesso
meccanismo, già allineato a omogeneizzare il contegno del nostro
agire pensante e parlante a <prendere
come camportamento “normale”, da imporre a tutti, un
comportamento spiegato e giustificato razionalmente>
(P. Livet,in Concetti
nomadi, cit.),
sia pure nella nuova esegesi.
Orientamento
di <una
riproduzione di invarianza
- “espropriante”, nella condivisa opinione di Adorno - una
delle proprietà fondamentali caratteristiche di tutti i viventi,
nessuno escluso: quella di essere oggetti
dotati di un progetto,
rappresentato nelle proprie strutture e al tempo stesso realizzato
mediante la prestazione>
(J. Monod, Il caso e la
necessità>.
Orientamento,
effetto solvente di ogni modello,
il quale non viene in luce dal nulla,
ma, in quanto <in
quanto storia
, conoscenza del conosciuto, dacché col <passato> abbiamo
qualche familiarità>.
Per tale movente, il <già
dato (consequenzialmente
non può che essere assunto) come
presupposto dell'interpretazione>,
dal momento in cui l'interprete, in forza della connessione
stimolo-risposta
(Oléron), entra in relazione col pre-dato,
<inserito in una rete di significati che lo comprend(ono)
e che <segna la linea
che l'interprete deve seguire nel futuro>
(Böckh,
in Vitiello, già citato).
Linea
da seguire, input
a un rifletterla
comunitario / linea
rilevata su circuiti
lunghi, come già esternato / traiettorie,
tracciate da situazioni
minate dalle interruzioni attinenti alle varie climatiche
di intelligibilità,
incentivati <dall'equilibrio
mobile>
dell'intelligenza dell'uomo, in concatenazione di sviluppo tra
operatività pratica
e operatività intellettuale,
mediante <astrazioni
riflettenti>
(Piaget/ Inhlder, Le
operazioni intellettuali.
In Trattato di psicologia
sperimentale, già da me
citato).
Mobilità,
la quale dà sviluppo ad una situazione
d'ordine in perenne
riassetto intorno alla parola
e allo scambio
simbolo, come
significato della sua oggettualità
/ <cammino
– mi suggerisce Matteo
Bonazzi, in un suo saggio <Io,
La Verità, Parlo> di
Lacan – esperienza di
parola che è immediatamente
anche esperienza politica, perché parte dalla constatazione che il
soggetto non è un individuo, non è un atomo slegato dal resto del
mondo> (in “Anterem”
89).
Condividibilità
in un oggi, quotidiano esercizio dell'esistere all'interno di un
brusio pubblicitario e in un <virtuale...in intimior intimo
meo> (Duque)
degli
scambi comunicativi e delle retoriche istituzionali / un'associarmi,
tuttavia, con un esplicativo che, a mio avviso, lo mette al punto: il
modello
sigilla
l'azione dell'uomo nel testo,
per mezzo del quale si fa istruttivo
dello
schema
mentale del
nostro agire pensante e parlante: - un esplicito, spronato da un
balenio nel leggere Le
discours de la syncope di
Nancy: quindi un mio tentativo dimostrativo di una riproduzione nel
testo
della
riedizione nel modello
del mondo
reale...un
insieme di fenomeni, comprese le nostre idee (Kant, Critica
della Ragion pura)...e,
in quanto tale, incomprensivo in sé...e lo rende intelligibile e
comunicabile.
Senza
entrare nel merito dell'intento di Nancy, quel “lume” mi aiuta a
rendere comprensibile...senza titolo dell'ultima
parola...la
procedura evolutiva della nostra cultura,
segnata della linea intepretativa che <l'interprete
deve eseguire nel futuro>,
sollevata dal filologo Böckh
(citato in Vitiello) / adottando, nella lettura del lavoro di Nancy,
il termine <propagazione>,
prospettato dalla Stengers in Concetti
nomadi,
<in
quanto
problema
(insorgente)
all'interno
delle problematiche scientifiche / termine (che)
ha
il grande vantaggio di indicare un fenomeno naturale, ma anche un
fenomeno sociale>.
La
prolissità di quanto esternato e lo spessore del “taglio” di
riflessione sulla nostra cultura, in oggi in composito assetto di
crisi
nella crisi finanziaria, mi
obbligano il proseguire nel prossimo blog.